Con molto ritardo ma proseguiamo con il raccontarvi le esperienze di "Racconti di cura"......
Torino, 24 Aprile 2013.
LA SALUTE NEL PIATTO DEGLI
ELFI. Giuliana Cerrato, Scrittrice e
Bibliotecaria dialoga con Sabrina Benedetto, Farmacista ed Educatrice
Alimentare.
Martedì 9
aprile scorso, ha avuto luogo presso i locali dell’Asl di Airasca (TO), il terzo
incontro della rassegna “RACCONTI DI
CURA: esperienze di salute di territorio”. Ospiti della serata sono state
due persone molto particolari e straordinariamente complementari tra loro,
tanto da rendere il tema della serata, l’alimentazione, estremamente semplice
da affrontare e da comprendere. I contenuti del dibattito sono infatti emersi
in modo assolutamente spontaneo all’interno di un intenso scambio di idee con
il pubblico, restituendo alla nutrizione quella dimensione di convivialità e
quotidiana cura di sé che va perdendosi in tempi tanto frenetici quali quelli
in cui viviamo.
Giuliana
Cerrato, laureata in filosofia, bibliotecaria e scrittrice, ha da sempre
conservato dentro di sé la passione per il territorio, le proprie origini
famigliari, l’amore per il cibo e concetti ad esso legati come la regionalità e
la stagionalità. Questo suo vero e proprio culto per tutto ciò che riguarda ciò
che mangiamo, l’ha portata a dedicare molto del proprio tempo nella personale
raccolta e salvaguardia di patrimoni di ricette locali tipiche della zona in
cui vive e di quelle da cui provenivano i suoi genitori. Da questo lavoro di
riscoperta e rivalutazione di una delle tante tradizioni come quella del
“ricettario di famiglia”, è nata la prima di due pubblicazioni “Ricette dalla terra degli Elfi”,
edizioni Pintore, in cui ha raccolto la parte “vegetariana” del fare cucina
senza voler, necessariamente, dargli una connotazione moderna. L’accezione
deriva invece dalla sua scelta di calarla in un ambiente fantastico intrecciando
le singole ricette ad un accattivante ritratto del leggendario mondo degli
Elfi. Questo viaggio speciale risulta uno straordinario strumento di recupero
del senso dello stare insieme e del prendersi cura degli altri attraverso le
proprie creazioni in cucina.
Sulla
medesima lunghezza d’onda anche Sabrina Benedetto, laureata in farmacia ed
Educatrice Alimentare, ha voluto subito sgombrare il campo dagli stereotipi
legati a diete, rinunce e preoccupazioni legate al peso ed alle sue
implicazioni sulla salute. Il lavoro quotidiano dietro al bancone, la sua
formazione e la sua attività di consulenza nel campo della nutrizione la
portano a prodigarsi affinché le persone recuperino un corretto rapporto con il
cibo, rispettino le proprie abitudini alimentari ed imparino ad ascoltare che
cosa si sentono di mangiare, per istinto, senza forzature. Altro presupposto,
anche per lei, è un ritorno alla sacralità dei pasti ed all’autenticità dei sapori
per evitare comunque che, in un mondo veloce, stressante e superficiale quale
in nostro, mangiare e farlo bene passi in secondo piano. Solo così si può ritrovare
il piacere della buona tavola, non solo per riempire, ma per nutrire e
preservare corpo e spirito.
Quest’ultimo
concetto merita un po’ di attenzione in più e va in una direzione molto cara a
Sabrina che da anni si spende affinché il consumo di farmaci sia più
responsabile, non si senta la necessità spasmodica di affidarsi ad essi senza
averne un reale bisogno e si riscopra l’importanza dell’alimentazione e del
cibo sia in senso preventivo sia come farmaco (potere Nutraceutico). Fondamentali
diviene informarsi bene sulle proprietà nutrizionali dei singoli cibi, sulla
necessità di conoscere le proprie esigenze alimentari (a) in base alla
composizione della nostra giornata e (b) per l’attività fisica svolta nonché
prendere coscienza di come l’aumentare delle intolleranze abbia tra le sue
maggiori cause i processi di trasformazione industriale delle materie prime che
inseriscono sostanze nocive al nostro corpo depauperando gli alimenti di
componenti talvolta essenziali per il suo corretto funzionamento.
Dal
punto di vista pratico questo percorso passa attraverso cambi di abitudine
molto semplici quanto essenziali quali il dedicarsi ad una ricerca di
ingredienti di “casa tua” (provenienti da orti propri, coltivatori di fiducia,
piuttosto che da mercati la cui filiera è molto corta), assaporare il piacere
di stare a tavola (da soli o in compagnia), rivivere la sensazione di essere in
pace con il proprio corpo quando si mangia e ritrovare amore, desiderio e,
perché no, creatività quando cuciniamo le pietanze. In questo modo, non
ritroveremo solo un rapporto equilibrato con il cibo, ma recupereremo anche una
certa saggezza istintiva strumento un po’ primordiale, se vogliamo, ma che
risulta poi fondamentale per avere una migliore percezione ed accettazione del
nostro corpo. La sfida diviene quindi quella di ritornare a guardare che cosa
succede intorno a noi in natura, dove si trovano le fonti di benessere
attraverso l’alimentazione ed impegnarci, con il nostro agire quotidiano,
affinché siano tutelate e valorizzate.
Messaggio
finale dalle nostre ospiti è stato il seguente: “mangiare poco di tutto e
troppo di niente” se poi volessimo fare un piccolo esercizio da affiancare ad
un comportamento da consumatore consapevole spiegato prima, compiliamo un
diario di ciò che mangiamo specificando tempi, dosi, tipologia di cibo, numero
di pasti e così via. Quando andremo a rileggerlo, sicuramente recupereremo la
dimensione della nostra alimentazione reale e magari riusciremo meglio a capire
dove porvi dei limiti o che cosa ci ha dato prima il senso di sazietà. Gli
effetti benefici sono garantiti, ma non si deve prescindere dalla conoscenza di
chi noi siamo come individui dal punto di vista biologico-funzionale.
Andrea Robotti
Fuzzy Project